Il primo atto di Cecchelli, qualora fosse eletto, sarà «il restauro dei monumenti della Resistenza»
Scrive il giornalista de Il Tirreno di Pisa Francesco Paletti:
Sì, certo. C’è da finire l’Opera Pia, destinata a diventare, se sarà eletto, «casa della cultura e porta d’accesso al capoluogo». E poi c’è da fare del centro di San Giuliano «il salotto del lungomonte». Per non parlare delle rete delle piste ciclabili e del recupero della Rocca di Ripafratta.
Sì, ne ha messa tanta di carne al fuoco Matteo Cecchelli, 43 anni, ancora per qualche giorno assessore al bilancio della giunta Di Maio e candidato sindaco del centrosinistra. Tutte importanti, «e da realizzare nei prossimi cinque anni» precisa.
In cima, però, ce n’è un’altra. Quanto meno in ordine cronologico. Perché qualora diventasse il primo cittadino, il primo atto di Cecchelli sarà «il restauro dei monumenti della Resistenza». Per un motivo tanto semplice quanto solido: «È nostro dovere prenderci cura della memoria – dice – per tramandare alle prossime generazionii valori costituzionali che hanno mosso i nostri nonni a lottare e sacrificarsi per la libertà».
Forse è anche per questo che a San Giuliano Terme c’è una delle coalizioni di centrosinistra più “a sinistra” della provincia e della Toscana. Perché Cecchelli è sostenuto sì da “San Giuliano Terme Futura”, la civica ispirata dal sindaco Di Maio e a cui ha aderito anche Azione, e da “Immagina”, l’altra lista sì civica, ma promossa pure dai Democratici Riformisti e Italia Viva. Con Cecchelli anche la lista del Pd e quella di Sinistra Unita (composta da Si e Rifondazione).
«Come ci siamo riusciti? Mettendo al centro il programma e i valori che ci uniscono» dice Cecchelli, che da segretario comunale dei democratici, dieci anni fa di quest’alleanza è stato anche uno dei promotori. E è da qui, dunque, che il centrosinistra sangiulianese vuol ripartire.
Per capire, invece, dove è iniziato il percorso dell’attuale assessore al bilancio, invece, bisogna tornare indietro di almeno 34 anni, a quando il candidato sindaco del centrosinistra frequentava la quinta elementare a Campo.
Che successe?
«Volevano chiudere la scuola, ma facemmo uno sciopero di tre settimane facendo lezione nei locali della parrocchia insieme alle maestre. E alla fine siamo riusciti a mantenere un presidio scolastico nella frazione con la trasformazione della scuola, da primaria a scuola dell’infanzia, aumentando così ilservizio scolastico sul territorio».
E dopo?
«Ho sempre seguito e partecipato alle vicende della mia frazione. Fino a che non è venuta la politica a cercarmi chiedendomi di portare il mio contributo a livello comunale. Da lì ho fatto la “gavetta politica” fino a ritrovarmi qui»
Nel centrosinistra, ma soprattutto nel Pd, il dibattito sulla scelta del candidata sindaco non è stata privo di polemiche. Tutto superato?
«Sì. È normale che, in un partito che si confronta e discute, ci siano più proposte. Se così non fosse, vorrebbe dire che ci troveremmo di fronte ad un partito personale dove qualcuno decide, i candidati sono calati dall’alto e a tutti gli altri non resta che adeguarsi. Co-munque, a conclusione delle fase del confronto, il risultato è stato chiaro: l’assemblea comunale mi ha proposto col 70% dei consensi e senza voti con• trari. La lista del Pd, comunque, è raprappresentativa delle diverse sensibilità politiche e territoriali del partito: lavoriamo e remiamo tutti dalla stessa parte»
San Giuliano è una dei pochi comuni in cui Pd e “sinistra-sinistra” governano insieme da dieci anni e si candidano a replicare l’esperienza. Come ci siete riusciti?
«Partendo dai programmi e i valori che ci uniscono invece che dalle differenze che ci dividono. Ci siamo messi in discussione e alla fine abbiamo scoperto che sono molte di più le cose che ci uniscono come è stato dimostrato in questi anni di governo del comune in cui abbiamo sempre lavorato confrontandoci e trovando una sintesi politica e amministrativa che è stata vincente. Lo ritengo un progetto politico che dovrebbe essere portato avanti anche nelle altre realtà comunali ed ai livelli superiori».
A queste elezioni, però, è il candidato di un’alleanza ancora più larga che in passato. In caso di vittoria andrete d’accordo per 5 anni?
«Sì. Non siamo, infatti, una somma di liste, ma una somma di idee e valori condivisi. Chi ha aderito al progetto politico ne condivide i contenuti e si è impegnato a portarli avanti in coalizione. Tutti i protagonisti hanno dimostrato di essere persone affidabili garantendo una solidità politica all’agire amministrativo e io sarò il punto di riferimento e di garanzia per tutta la coalizione che mi ha proposto come candidato».
Prima segretario comunale, poi assessore “forte” della giunta Di Maio. La sua è una candidatura in netta continuità con l’attuale amministrazione. Che obbiettivi si propone per i prossimi 5 anni?
«Vorrei sognare e iniziare un viaggio con la comunità sangiulianese partendo dalle solide basi che abbiamo gettato. Concretamente il primo punto del programma si chiama “San Giuliano Terme, salotto del lungomonte”: sono in corso lavori importanti nel nostro capoluogo che daranno a tutti i cittadini sangiulianesi nuovi spazi per la cultura, lo svago e lo sport. Dobbiamo completare il progetto di riqualificazione del centro termale e farlo diventare un vero e proprio salotto del Lungomonte, capace di attirare i turisti del fine settimana ma anche i soggiorni più lunghi. Abbiamo tante peculiarità da valorizzare, recentemente riconosciute an che dal Presidente della Repubblica con l’attribuzione del titolo di Città».
Ok la continuità, ma in cosa vorrebbe che la sua amministrazione si distinguesse dalla precedente?
«Intanto dalla possibilità di sognare che, ora, finalmente abbiamo. Negli ultimi dieci anni, infatti, abbiamo lavorato per dare basi solide all’amministrazione comunale, avviando anche tanti interventi di manutenzione: ricordo che sono stati spesi 31 milioni di euro senza accendere mutui. E questo lavoro che oggi ci permette di sognare: è una differenza importante rispetto al passato, conquistata in dieci anni di buonissima amministrazione, e dovremo essere bravi a coglierla facendola diventare una grande opportunità per il nostro territorio».
Mi dice tre prvvedimenti per cui vorrebbe essere ricordato come sindaco fra 5 anni?
«Il completamento dell’Opera Pia come porta d’accesso al capoluogo e casa della cultura e della memoria con la realizzazione della nuova biblioteca comunale, uno spazio museale e l’info point turistico. Qui, comunque, saranno realizzati anche dieci appartamenti per l’emergenza abitativa. Poi la progettazione di una rete ciclabile che colleghi le frazioni tra loro ma anche coi comuni del Monte Pisano, e con Pisa, Lucca e la Versilia. È un progetto ambizioso che avrà bisogno del sostegno finanziario anche delle istituzioni superiori. Poi vorrei vedere quanto meno l’avvio dei lavori di restauro e recupero della Rocca di Ripafratta».
Invece il primo atto quale sarà?
«Affidare il progetto di restauro dei monumenti della Resistenza. E nostro dovere prenderci cura della memoria. per tramandare alle prossime generazioni i valori costituzionali che hanno mosso i nostri nonni a lottare e sacrificarsi per la libertà»
È vero che negli ultimi cinque anni si è sempre svegliato all’alba con la telefonata del sin daco Di Maio?
«Verissimo (ride, ndr). Sergio (DiMaio, ndr) è stato il mio sindaco, ma soprattutto è un amico fraterno col quale ci siamo sempre confrontati, a volte scornati, ma sempre nel rispetto reciproco e dei ruoli. E stato un sindaco presente, caparbio, disponibile e instancabile».
Il suo avversario è llaria Boggi. Siamo certi che saprà trovargli diversi difetti. Glielo riconosce almeno un pregio?
«Certo. Apprezzo l’onestà intellettuale che ha dimostrato quando, in varie occasioni, ha riconosciuto le molte cose buone fatte dal sindaco Di Maio e dalla nostra amministrazione».